Le varianti Covid-19 creano anche nuove relazioni: sono quelle con “contatti a basso rischio di esposizione”. Come riconoscerli?
Ne abbiamo sicuramente già sentito parlare. Arrivano dall’Inghilterra, dal Brasile, dalla Nigeria: superano senza problemi i confini territoriali e in breve tempo ce le troviamo a casa, a scuola, sui mezzi pubblici o nei luoghi di lavoro. Sono le così dette “varianti” del Covid-19, altamente contagiose, che hanno costretto i comitati scientifici ad in includere una nuova categoria nel tracciamento dei contatti con persona positiva: quella dei “contatti a basso rischio di esposizione”.
Una categoria diversa dai “contatti stretti” che avevamo già conosciuto e che, se vogliamo rispettare la nostra salute e quella altrui, dobbiamo inserire nel nostro vocabolario Covid.
CHI SONO I CONTATTI STRETTI?
Da Circolare del Ministero della Salute 18584 del 20.05.2020, per “contatto stretto” intendiamo:
- una persona che vive nella stessa casa di un caso Covid-19;
- se la persona ha avuto un contatto fisico diretto con un caso Covid-19 (per esempio la stretta di mano);
- in caso di persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso Covid-19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);
- una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso Covid-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti;
- una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso Covid-19 in assenza di DPI idonei;
CHI SONO I CONTATTI A BASSO RISCHIO DI ESPOSIZIONE?
Con l’introduzione dalla Circolare del Ministero della Salute 3787 del 31.01.2021, per “contatto a basso rischio di esposizione” s’intende una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni:
- contatto diretto (faccia a faccia) con un caso Covid-19, a distanza minore di 2 metri e per meno di 15 minuti;
- si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) o che ha viaggiato con un caso Covid-19 per meno di 15 minuti;
- operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso Covid-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso Covid-19, provvisto di DPI raccomandati;
- viaggio a bordo di aereo in cui era presente un caso Covid-19 (passeggeri, equipaggio).
QUINDI:
Per il tracciamento, si valutano i contatti avvenuti entro 48 ore dall’inizio dei sintomi della persona Covid positiva o dall’esito positivo del tampone se asintomatica, ma ATS può riservarsi di valutare i contatti avvenuti anche entro 14 gg in caso di varianti particolarmente contagiose.
La quarantena può essere prescritta:
- quando si è in attesa dell’esito di tampone
- quando si è “contatto stretto” o “contatto a basso rischio di esposizione” di persona Covid positiva o di persona con sospetto Covid in attesa di esito di tampone.
L’isolamento è prescritto in caso di tampone positivo.
QUARANTENA E ISOLAMENTO TERMINANO:
Per il virus comune:
- se il paziente è positivo: ATS comunica alla famiglia indicazioni personalizzate (in genere: nuovo tampone dopo 10 giorni dal precedente, sempre che non ci siano sintomi da almeno 3 giorni). In caso di positività anche ai tamponi successivi, la quarantena termina (in genere) dopo 21 giorni dall’inizio dei sintomi (o dal primo tampone positivo), se i sintomi sono assenti da almeno 7 giorni*.
- per i “contatti stretti” se si sono mantenuti senza sintomi e che hanno rispettato l’isolamento dal paziente positivo: la quarantena finisce con un tampone negativo fatto dopo 10 giorni o in alternativa dopo 14 giorni senza necessità di tampone.
Per le varianti del virus:
- quando il paziente è positivo: ATS comunica alla famiglia le indicazioni (nuovo tampone dopo 14 giorni dal precedente, se non ci sono sintomi da almeno 3 giorni). In caso di positività anche ai tamponi successivi, la quarantena termina comunque (in genere) dopo 21 giorni dall’inizio dei sintomi (o dal primo tampone positivo), se i sintomi sono assenti da almeno 7 giorni*.
- per i contatti, sia quelli ad “alto” che “a basso rischio” se si sono mantenuti senza sintomi e hanno rispettato l’isolamento rispetto al paziente positivo: la quarantena finisce con un tampone negativo fatto dopo 14 giorni.
* L’interruzione dell’isolamento (riammissione in comunità) può avvenire dopo 21 giorni anche se il tampone permane positivo, ma per la riammissione al lavoro è indispensabile la negativizzazione e la visita medica da parte del Medico Competente.
Bene! E ora che abbiamo le idee un po’ più chiare su come riconoscere anche i “contatti a basso rischio di esposizione”, possiamo cliccare qui e consultare velocemente la sezione FAQ COVID&DPI per gestire al meglio la vita in azienda.