Manager non si nasce: manager si diventa!

Maggio 21, 2019 VED Consulting

Manager non si nasce: manager si diventa!

Ebbene sì, manager si diventa!

Anche se, ad esempio, soprattutto oggi molti studenti e neo laureati vorrebbero diventare subito manager, senza concedersi la famosa “gavetta”. Oppure, per tradurla alla Totò, ci piacerebbe pensare che “Manager si nasce… e io lo nacqui, modestamente!”.

In realtà il più bel regalo che ognuno di noi possa fare a se stesso è proprio quello di pensare che il ruolo del Manager sia una posizione da conquistare ogni giorno. Con tanta esperienza e una costante voglia di crescere ed imparare. Proprio perché manager si diventa.
Ma, contrariamente a quel che si possa credere, non è un ruolo che trova spazio solo nelle grandi aziende o multinazionali. Tutt’altro!
Manager (sostantivo inglese che deriva dall’italiano “maneggiare”) è colui che gestisce, che amministra un’azienda.
Pertanto, anche il piccolo imprenditore o l’artigiano sono (e devono essere!) buoni manager, se vogliono rendere produttiva la propria attività.

In che modo si diventa manager?

Nei primissimi anni ’90, subito dopo la laurea e alle prese con le mie iniziali esperienze lavorative, mi trovai per la prima volta a guardare il mondo del lavoro da adulto. E, notoriamente curioso di tutto ciò che non capisco, cominciai per comodità ad indagare sulle vicende a me più vicine.

Mio padre era un artigiano che lavorava nel settore del tessile: aveva una micro impresa con un solo dipendente ed era perennemente afflitto da problemi economici. Essendo lui, come si dice dalle nostre parti, uno sgobbone, era per me inspiegabile come, nonostante lavorasse tanto, avesse ricorrenti problemi economici.

Così gli chiesi il permesso di affiancarlo per capire quali fossero gli equilibri ed i processi economici che governavano la sua azienda. Lui accettò di buon grado ed io ebbi la mia prima palestra, o forse… il mio primo cliente!

La storia poi fu una di quelle come ce ne sono tante:

  • le oscillazioni del prezzo delle materie prime non associate ad adeguate variazioni dei prezzi di vendita
  • i flussi finanziari legati alle dilazioni temporali concesse ai clienti profondamente diverse da quelle concordate con i fornitori
  • il costo finanziario dei prestiti bancari chiesti a sostegno delle difficoltà
  • gli oneri differiti del dipendente
  • gli insoluti, ecc.

Ebbene, alla fine grazie ai correttivi che studiai su misura per la sua impresa, mio padre riuscì ad andare in pensione, galleggiando e senza chiusure drammatiche.

Da allora sono passati quasi 30 anni. Ma ancora oggi, quando parliamo di sostenibilità economica nel settore della ristorazione e più in generale di tutto il business che ruota intorno al mondo food, capita di avere la sensazione di parlare in sanscrito.

Ma cosa deve “maneggiare” un bravo imprenditore?

E’ necessario chiarire subito una cosa: chi dirige un’attività, grande o piccola che sia, deve gestirla con criteri di managerialità, diversamente l’azienda non sopravviverà.
E agire da manager significa operare sempre secondo una logica di progettazione, gestione e controllo.

Che si diriga una multinazionale o una pizzeria d’asporto non si può procedere senza aver valutato se l’idea imprenditoriale sia in grado di sostenersi economicamente. Questo prevede un business plan accurato che valuti di tutti gli elementi che poi costituiranno il futuro piano dei conti (ricavi e costi) e le loro possibili oscillazioni.

Una volta che l’azienda è operativa il manager deve avere sempre chiaro il panorama dei risultati che si aspetta (budget preventivo). Quindi porre in esso, sia gli aspetti di concretezza, che gli obiettivi di miglioramento. Pertanto, al preventivo deve essere associato un adeguato sistema di controllo che deve prevedere intervalli di verifica almeno trimestrali.
Infine, analizzati i dati che emergono dal controllo, egli sarà in grado di verificare gli obiettivi e:

  • se raggiunti, serviranno a dare le meritate pacche sulla spalla
  • in caso contrario, serviranno ad apportare tempestive azioni correttive per risolvere le difficoltà.

Oggi più che mai anche nelle piccole aziende il titolare sa che deve essere anche un manager, per diventare il padrone del proprio destino e non  il contrario, come purtroppo ancora troppe volte accade.

Esistono strumenti a supporto del Manager?

Direi proprio di sì, soprattutto quando l’imprenditore deve (giustamente!) dedicarsi al proprio business ma, al tempo stesso, non può perdere di vista i propri conti.

Dai un’occhiata a 👉 questo articolo e poi… dimmi cosa ne pensi, scrivendo a vittorio.rota@vedconsulting.it

Grazie e alla prossima!

Dott. Vittorio Rota

 

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